lunedì 23 aprile 2018

Solo et pensoso

“Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co-llui.”

Il sonetto XXXV del Canzoniere è un esempio del modo d’intendere il sentimento dell’amore come forza incontrollabile, pervasiva e totalizzante, al quale non è possibile sfuggire. Anche i rapporti umani ne vengono condizionati e compromessi in quanto il poeta, innamorato e tutto preso da questo sentimento, sente il bisogno di isolarsi e di ritirarsi nella più completa solitudine per proteggere il proprio sentire e non trovarsi esposto al giudizio degli altri. Francesco Petrarca coglie così un aspetto generale del comportamento umano, comune a tutte le persone sofferenti per amore. La ricerca della tuttavia, pur essendo una fuga dal mondo, non è un allontanarsi dall’amore, che non lascia mai libero il cuore dell’innamorato. 

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