giovedì 5 aprile 2018

Padre se anche tu non fossi il mio

“Padre, se anche tu non fossi il mio
padre,se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso ugualmente t'amerei.
Che mi ricordo d'un mattino d'inverno
che la prima viola sull'opposto 
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla 
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua 
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.”






Poesia pubblicata nel 1914 nella raccolta Pianissimo, è incentrata su un  ricordo d'infanzia dell'autore, il poeta ligure Camillo Sbarbaro, che rievoca con affetto e ammirazione la figura del padre.

                                                                              

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